Loacker compie 100 anni: come una piccola pasticceria di Bolzano é diventata un colosso a livello mondiale

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L’ azienda, diventata un simbolo dell’eccellenza italiana, celebra il suo centenario. La prima cialda a lunga conservazione fu ideata per far fronte all’aumento della clientela la domenica, quando il fondatore, impegnato anche come calciatore, non poteva essere in pasticceria.

 


“Un miliardo e 50 milioni di confezioni vendute nel 2024: vale a dire che nel mondo una persona su otto, virtualmente, ha scartato un prodotto Loacker nell’ultimo anno”, Ulrich Zuenelli, presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda altoatesina, riassume così l’enorme successo raggiunto dal gruppo, che si prepara a festeggiare il suo centenario.


La storia dell’azienda inizia nel 1925, quando il pasticcere Alfons Loacker, dopo un diverbio con il suo datore di lavoro, decide di avviare una sua attività acquistando un negozio nel centro di Bolzano. Tuttavia, c’è un problema da risolvere: Alfons è anche un calciatore, centrocampista, e le partite si disputano nel weekend, proprio quando la domanda di dolci è maggiore. Così nasce l’idea di produrre un dolce che potesse conservare la sua freschezza nel tempo, permettendogli di non rinunciare al calcio. Il wafer si rivela il prodotto ideale. La piccola pasticceria, che all’inizio conta solo tre dipendenti, crea la prima “cialda di Bolzano”, che verrà poi venduta come snack in confezioni singole. Questo è l’inizio del successo che seguirà negli anni. Un altro momento fondamentale arriva nel 1958, quando la seconda generazione entra nell’azienda in forte espansione: Armin Loacker assume la responsabilità della produzione e, dieci anni dopo, viene affiancato dalla sorella Christine, che si occupa dell’amministrazione e della distribuzione.


Verso la fine degli anni ’60 viene introdotto un forno automatizzato per la produzione dei wafer, con un conseguente aumento esponenziale della produzione. Si avvia anche l’esportazione, facilitata dalla confezione “salva-freschezza”. Nel 1974, la produzione si trasferisce nella frazione di Auna di Sotto, sita nel comune di Renon, località montana in provincia di Bolzano, a mille metri di altitudine. Sebbene i tornanti che conducono al sito rendano complicati gli spostamenti, Armin Loacker crede fermamente che i prodotti di qualità si possano fare solo dove l’aria è più pulita. Nel 1984 arriva un’idea innovativa in ambito pubblicitario: gli Gnometti Loacker appaiono per la prima volta in uno spot televisivo, conquistando rapidamente la simpatia degli italiani. In quell’anno, la terza generazione entra in azienda: Andreas Loacker assume la responsabilità dell’intero reparto di sviluppo, mentre Ulrich Zuenelli guida la divisione vendite. Martin diventa presidente del Consiglio di Amministrazione. Alla fine degli anni ’90 e nei primi anni 2000, l’azienda inaugura il suo stabilimento a Heinfels, in Tirolo Orientale, Austria, e apre il primo Loacker Café.


Loacker raggiunge il traguardo del centenario con risultati che testimoniano una crescita continua: nel 2024 ha registrato un fatturato di 460 milioni di euro, è presente in 110 Paesi, detiene una quota di mercato mondiale del 4,5% (secondo Euromonitor International) e conta 1.175 dipendenti. Un’evoluzione straordinaria, considerando che agli inizi degli anni ’80 le esportazioni erano appena pari a mezzo milione di euro, mentre oggi ammontano a 255 milioni. Non mancano le sfide, come ammettono i vertici aziendali, la terza generazione di Loacker. “L’impennata del prezzo del cacao, schizzato da 2.200 a oltre 12.000 dollari prima di assestarsi su livelli più contenuti, impatterà sui prodotti ricoperti al cioccolato, che rappresentano il 35% del fatturato. Ma l’effetto sarà contenuto rispetto a competitor con prodotti composti al 100% da cioccolato”, rassicura Zuenelli. Nel frattempo, l’azienda guarda al futuro: Andreas Loacker, vicepresidente del consiglio di amministrazione, annuncia che nei prossimi due o tre anni sarà costruito un nuovo centro tecnologico per la ricerca e lo sviluppo ad Auna di Sotto, vicino alla sede centrale. Un investimento che punta sull’innovazione, che rappresenta uno dei pilastri della strategia aziendale di Loacker, insieme alla qualità delle materie prime ed alla sostenibilità.


Il centenario è stato anche l’occasione per presentare il nuovo slogan dell’azienda: “La bontà è una scelta ribelle”, che, secondo Yvonne Profanter, direttrice della comunicazione “celebra la capacità dell’azienda di fare scelte controcorrente senza compromessi sulla qualità”. Questa filosofia ha portato alla decisione di localizzare gli impianti produttivi oltre i 1.000 metri di altitudine, ad Auna di Sotto e Heinfels, nel Tirolo orientale, nonchè a sviluppare iniziative come i “noccioleti italiani”.


Da piccola pasticceria con soli tre dipendenti a leader globale nel settore dolciario, la storia di Loacker rappresenta un esempio emblematico di come innovazione, qualità e forte legame con il territorio possano dar vita a una crescita internazionale. Un modello che l’azienda intende continuare a seguire nei prossimi anni, concentrandosi su ricerca, sostenibilità e quella “bontà ribelle” che l’ha resa un simbolo di eccellenza del made in Italy nel mondo.


Fonte: Loacker compie 100 anni, dal wafer che dava il tempo al nonno di giocare a calcio agli gnomi: così la mini-pasticceria di Bolzano è diventata un colosso – Corriere del Trentino.

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