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L’ingegner Alfredo Zanellato Vignale spiega le complessità legate all’ideazione delle sorpresine degli ovetti Kinder
Quando nel 1978 iniziai la mia collaborazione con la società Zetagi, fornitrice delle sorprese per gli «ovetti» Kinder della Ferrero, non eravamo soggetti ad alcuna particolare normativa. Solo in seguito a un incidente che avvenne qualche tempo dopo (credo nel 1980), ovvero l’ingestione di un piccolo pezzo di plastica da parte di un bambino, fu dapprima inserita nel foglietto d’istruzioni la dicitura «non adatto a bambini inferiori ai tre anni», e poi furono introdotti dei limiti alle dimensioni dei singoli componenti. Ricordo che questi dovevano essere inferiori a 17 mm o superiori a 33 mm per poter essere ingeriti senza danno o non essere ingeriti del tutto.
Erano ammessi componenti metalliche, che in seguito credo siano state del tutto eliminate, solo se inserite all’interno di involucri di plastica non apribili (incollati). Tutti i materiali dovevano essere necessariamente atossici (per alimenti) e non dovevano essere filiformi, per non essere infilati nelle narici. In un mio successivo, sporadico ritorno, questa volta come diretto progettista della Ferrero, ricordo che i piccoli componenti non potevano più essere liberi, ma dovevano essere già pre-assemblati, in modo da costituire un oggetto di dimensioni tali da non poter essere ingerito, e che per disassemblarli si sarebbe dovuto impiegare uno sforzo superiore a un valore prestabilito.
Tra il 1978 e il 1983, le sorpresine venivano prodotte da diversi fornitori esterni, tra i quali la Zetagi, ognuno con i propri creativi responsabili dell’intero processo, dalla progettazione al confezionamento. Allora, io e gli altri fornitori frequentavamo soltanto il marketing della Ferrero, da cui ricevevamo gli input per il progetto e la successiva approvazione. Non so dire se qualcuno produceva su progetto della stessa azienda.
Si trattava quasi essenzialmente di plastica atossica, termoplastica e principalmente polistirolo, polietilene e polipropilene.
Sempre nell’ambito Ferrero ho progettato la cosiddetta «sorpresa esterna», che veniva posta in un blister all’ esterno dell’uovo di Pasqua e raggiungeva dimensioni notevoli, fino a 10 volte quelle dell’«ovetto» Kinder, e permetteva quindi soluzioni di movimento e di forza impensabili nelle piccole sorprese.
Fonte: IL GIORNALE DELL’ARCHITETTURA. – ISSN 1721-5463. – STAMPA. – 55:6(2007), pp. 2-2.
“Tornare bambini ci rende felici”, con questo slogan Mulino Bianco ha annunciato il ritorno delle iconiche Sorpresine, reintrodotte per festeggiare i 40 anni dalla prima Sorpresina.
La Mulino Bianco ha deciso di festeggiare i quarant’anni dal lancio della prima collezione di Sorpresine del 1983, proponendo una nuova collezione, contenuta all’interno dell’iconica scatolina di fiammiferi. La campagna promozionale intitolata “Tornare bambini ci rende felici” è un omaggio a tutti i bambini degli anni ’80, ormai adulti che nonostante gli anni siano passati, sentono ancora la nostalgia delle Sorpresine.
La collezione proposta comprendeva diciotto diverse gommine, dalle api ai fiori, fino alle miniature delle confezioni dei prodotti. Per ottenerle si dovevano raccogliere i codici presenti nei pack delle merendine. Ogni codice dava, inoltre, la possibilità di vincere un weekend dedicato a tutta la famiglia alla Fabbrica delle Merende, per addentrarsi nel processo produttivo delle merendine.
Per partecipare alla “Sorpresine Collection” si aveva tempo fino al 1° dicembre 2023. Con questa operazione di marketing, Mulino Bianco si è confermato compagno di vita di milioni di italiani, alla ricerca quotidiana della felicità all’interno delle proprie relazioni. Un nuovo ed entusiasmante carico di magia e sorprese per tutte le età.
Graziella Carbone è la madre delle Sorpresine Mulino Bianco, consulente, appassionata di creatività e tecnologia, dal 1982 ha guidato e orientato l’avventura delle Sorpresine. Graziella, insieme a Mulino Bianco ha dedicato la sua creatività ai bambini, ideando oltre 700 Sorpresine diverse con la loro iconica scatolina, un mix di piccole idee realizzate in milioni di pezzi. Un successo storico da oggi con una nuova collezione.
Tra il 1983 e il 1990 sono state create 650 differenti tipologie di Sorpresine. Secondo un’indagine di AstraRicerche, le più amate erano le gommine (49,7%), seguite dagli adesivi (11,9%), dal gioco dell’oca (11%) e dai pastelli di cera (9,4%). Per far rivivere ai nostalgici un viaggio nelle iconiche Sorpresine, sul sito Mulino Bianco è presente l’archivio delle Sorpresine, una raccolta fotografica per ritornare un po’ tutti bambini.
Fonte: Dopo 40 anni Mulino Bianco fa ritornare le Sorpresine – Agrodolce